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Dal "CORRIERE DEI RAGAZZI E DELLE GIOVANETTE"    20 maggio 1894

ILLUSIONI D' OTTICA.

La prima di queste illusioni rappresentata dalla nostra fig. 1 — fu segnalata quarant'anni or sono da Zöellener: è ciò che si dice il pseudoscopio di Zöllner.

In realtà come ognuno per mezzo di un diametro può assicurarsi, le quattro linee A A' A" A'" sono parallele; e malgrado tutto, a voi sembrerà che questi quattro retti sieno convergenti per paia — altrimenti detto B e B' sono più vicini che A a A', del pari che A' e A" sono a più piccola distanza di B' e B".

La causa sta semplicemente nella serie di piccoli obliqui, paralleli fra loro, che tagliano le orizzontali: la prova si è che se tracciate sopra un foglio di carta le quattro orizzontali, esse conserveranno la loro apparenza di parallelismo fino al momento in cui avrete formato le oblique.

D'altronde potrete semplificare l'operazione non tracciando che due parallele: l'illusione si presenterà ugualmente.

Avete anche la facoltà di dare alla figura l'aspetto del N. 1 bis della nostra incisione: qui le oblique si riuniscono fra le due orizzontali formando una serie di ghiribizzi.

I fisiologi dicono che questo fenomeno risulta dagli angoli della nostra visione: secondo essi la direzione dei lati di un angolo é sempre deviata verso l'interno di quest' angolo, o per meglio spiegarci un angolo ci pare sempre meno aperto che non lo sia realmente, e questo sarebbe vero, sopratutto per gli angoli ottusi.

Per darne un esempio nella nostra fig. 1 bis, la linea A B pare piegare destra e sollevarsi a sinistra perché nell' angolo A, a, b, per citarne uno , il lato A a é diretto verso l'interno dell'angolo; per l'occhio nostro esso più non é nella sua posizione reale, e, quest'effetto rafforzandosi vieppiù dalla serie d'angoli formati dalle linee oblique a A, B, giungiamo a percepire , in luogo di una orizzontale parallela ad A' B' una retta inclinata verso la retta.

La fig. 2 ci presenta un caso particolarmente originale — è disposta in due parti simmetriche , le oblique hanno la ciascuna una direzione affatto opposta a quella che préndono nell'altra; le due metà delle due rette A B e C D però, parallele, deviano in sensi opposti.

La parte E B, per esempio , piega a destra , seguendo il movimento delle oblique inclinate da questo lato; all'opposto e per un'analoga ragione la porzione A E curva a sinistra.

Nella fig. 3 noi formiamo le due parallele A B e A' B'; poi da un punto 0 preso fra queste due orizzontali, noi tracciamo anzitutto una perpendicolare comune, e indi tutta una serie di oblique del pari comuni che vanno a tagliare le due parallele, la parte destra A B abbassa, quella A' B' si solleva; un fenomeno analogo e simmetrico si produce alle metà, di sinistra.

Ciò che più sorprende si è Che l'azione Si accentua vieppù, la deviazione Si ésagera man mano che ci si allontana dal centro, tanto che, finalmente, le due linee rette che però siamo sicuri di aver tracciato parallele, prendono l'aspetto di due curve continue guardandosi dal lato concavo.

Potremmo moltiplicare gli esempii: ma giungeremmo sempre a questa conclusione psicologica che le nostre sensazioni sono tutte relative, che noi non possiamo giudicare della direzione delle linee indipendentemente degli angoli che formano.

Se, per esempio, seguendo la fig. 4 noi tracciamo la linea obliqua A a, indi il suo prolungamento b B dall'altro lato del rettangolo, siamo sempre sorpresi nel vedere come questi prolungamento ch'è in linea retta con A a,non sembri affatto esserlo, e come la linea c C sembra continuare il vero prolungamento di A a pur non essendolo.

E' facile comprendere come simili illusioni possono avere importanza, specialmente nell'architettura, dando l'apparenza dell'inesattezza a cose che hanno il torto d'essere troppo esatte.

Ne citeremo un esempio per finire.

Consideriamo la fig. 5: se vi dicessi che le linee A A' e C C', B B' e D D', si incontrano rispettivamente sulla verticale di sinistra, voi mi ridereste sul naso , affermandomi che gli obliqui di destra tagliano quella verticale bene al disotto dell'estremità di ogni obliquo sinistro corrispondente.

Qui ancora l'occhio Vostro s'inganna, perché coll'aiuto di un rigo vi convincerete che la mia affermazione è fondata.

V'é un caso molto semplice in cui questa illusione produrrà in architettura il più disgraziato effetto di mancanza di equilibrio : questo caso é illustrato dalla nostra fig. 5 bis. Se un ogivale è tagliato da un fusto di colonna, di pilastro,le due porzioni di quell'ogivale non sembreranno congiunte, l'ogivale non si chiuderà più, e ciò produrrà un'impressione delle più sgradite.

Sono queste delle osservazioni che si può fare nella vita ogni di: c'illuminano sulla fiducia relativa che dobbiamo avere sui nostri sensi, e, unendo il gradevole all'utile, esse riserbano le sorprese più stupefacenti a coloro che non le conoscono per pratica.

Daniele Bellet.

n.d.r.  il testo è stato riportato integralmente

  

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